Description
Si tratta di rossi con una doppia caratteristica, proprio come questo: corpo non troppo muscoloso e buona spinta acida. In tal modo la beva è garantita, e soprattutto l’abbinabilità. Ecco dunque che il blend tradizionale campano, che ha vissuto purtroppo qualche caricatura marmellatosa alla fine degli anni ’90, ritrova la sua ragione d’essere: l’aglianico regala struttura, acidità e dunque voglia di durare nel tempo, il piedirosso arrotonda i tannini e assicura bevibilità anche immediata.
La diatriba si presenta al naso dove note verdi e di geranio si alternano alla polpa di una prugna non eccessivamente matura, sia l’annata o il tempo di raccolta, fatto sta che a cinque anni di distanza questo vino costierano si presenta in forma a dir poco smagliante: colore rubino intenso, intenso, persistente e fresco fresco.
Mi ha riportato alla mente una delle mie prime visite, era il 1898…ehm 1998:-) alla Cantina Episcopio nel cuore di Ravello e Marco Vuilleuimier mi fece saggiare bottiglie anche di dieci, quindici anni, dimenticate in fondo alla cantina, del suo rosso. Ma il punto vero è che la vocazione all’invecchiamento deve trovare una ragione di vita per il consumatore perché gli anni non sono gli stessi per tutti: una cosa sono i cento di Rita Levi Montalcini, un’altra i cento di Berlusconi, tanto per fare un paragone.
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